Sì, sono caduto in Clash of Clans. E trovo assurdo come la mia vita stia assumendo
sempre più delle sfumature alla Trainspotting
mentre accumulo oro, elisir e trofei in questa piccola diavoleria mobile.
Scegliete le
console, scegliete un pad e una televisione.
Scegliete i
tripla A, scegliete i giochi con una grafica da urlo.
Scegliete la
next-gen, scegliete PS4, One o WiiU.
Scegliete di
lamentarvi della durata di The Order 1886.
Scegliete di
lamentarvi delle poche esclusive.
Io ho scelto
di non scegliere.
Io ho scelto
Clash of Clans.
A parte la precedente apparentemente tragica pseudo-citazione,
sì, gioco a Clash of Clans ogni
giorno, ma non è che abbia un impatto così forte sul mio vivere. Questo per la
natura da “simulatore di vita campagnola”.
Andiamo con ordine: cos’è Clash of Clans? Fondamentalmente uno strategico-gestionale il cui
scopo è costruire un villaggio e dotarsi di un esercito per demolire e razziare
altri villaggi, oltre che di difese (mura, cannoni, mortai) per, appunto,
difendersi dalle razzie degli altri giocatori. OGNI singolo elemento del gioco
può essere potenziato e raggiungere più livelli: questo miglioramento costa
oro, elisir e, soprattutto, tempo. Si comincia con un miglioramento di un paio
di minuti e si va avanti raggiungendo anche giorni interi e ci viene richiesto
di aspettare quarantott’ore per migliorare il municipio al livello 5. Oltre a
questo, di cui parleremo approfonditamente più tardi, il gioco soffre di alcuni
problemi di matchmaking per quanto riguarda l’online, che spesso e volentieri
ti porta ad affrontare avversari decisamente fuori dalla tua portata.
Ma torniamo al fattore tempo.
Il fattore tempo ci riporta al concetto di “gioco-orticello”.
Di fatto, in Clash of Clans, ti
svegli la mattina e raccogli l’oro e l’elisir che sono magicamente cresciuti
durante la notte, frutto di un duro lavoro di miglioramenti di miniere ed
estrattori di elisir a livello 50000. Usi l’oro per migliorare il cannone, per
difenderti: domani alle 12 sarà pronto. Usi l’elisir per migliorare l’accampamento
(in modo che possa ospitare più truppe) e anche per arruolare qualche soldato
in più. Uno sguardo alle statistiche, uno sguardo agli scudi, fine. Tempo
totale della partita: un minuto a dir tanto. Non riguarderai il gioco fino a
quando gli edifici nuovi non saranno pronti, diverse ore dopo, per dedicarci
ancora qualche secondo (a meno che tu non sferri qualche attacco ad altri
giocatori, nel qual caso si passa anche a cinque minuti). Clash of Clans (e i giochi dello stesso genere) richiedono
pochissimo tempo in ogni sessione e si inseriscono, senza troppa prepotenza,
nella vita del giocatore, che diventa responsabile del suo “orticello” a cui si
dedica, poco alla volta, giorno dopo giorno.
Poi magari un giorno si sveglia e trova il suo
orticello demolito da qualche ragazzo asiatico con gli arcieri di livello 5.
Questo NON è un buon modo di disporre le mura. |
Siamo di fronte ad un nuovo genere videoludico,
che trova nel mercato mobile la sua unica casa: è impensabile accendere una
console (fissa o portatile che sia) per giocarci pochi secondi. Clash of Clans (e i suoi colleghi come Family Guy – Quest for Stuff) dà
finalmente (o purtroppo? Punti di vista) una dignità al videogioco su
dispositivi mobile, con un genere tutto suo. Ovviamente si tratta di un genere
con i suoi lati negativi: si tratta sempre di titoli gratuiti che puntano
necessariamente sulle microtransazioni (che poi alla fine tanto micro non
sono). Nel caso specifico di Clash of
Clans, le microtransazioni permettono di acquistare “gemme” che annullano i
tempi di miglioramento: niente di particolarmente utile, fortunatamente, anche
perché le gemme possono essere recuperate (moooooolto lentamente) anche senza
questi metodi. Ma non posso dire lo stesso di altri giochi.
La morte è un aspetto fondamentale di Clash of Clans. |
Grazie al genere orticello, in definitiva, il
mercato mobile si sta differenziando sempre più da quello console/PC, verso una
sua identità. È un bene? È un male? Solo il tempo saprà dircelo. Io
personalmente trovo che sia un bene, perché i tentativi dei giochi per
cellulare di emulare le produzioni tripla A su console si sono sempre rivelati
decisamente maldestri: non esiste che ci sia un action hack’n’slash su un
dispositivo senza tasti.
Ci sarebbe anche da parlare della questione “I
giochi mobile rubano spazio ai giochi per console”, ma è un argomento troppo
vasto per essere incluso a margine di quest’articolo. Magari affronteremo l’argomento
un’altra volta.
Questa, in definitiva, era la mia opinione su Clash of Clans e sul suo genere. Ve lo
consiglio? Perché no, è gratis ed è un buon inizio per “documentarsi” sul
genere orticello. Basta con tutto questo odio sul mercato mobile, su!
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RispondiEliminaEsticazzi. Perdona il francese.
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