lunedì 26 gennaio 2015

inFAMOUS: Second Son - Viaggiare con stile...?

“Viaggiare con stile” diceva Cole Mcgrath, protagonista dei primi due inFAMOUS, mentre imparava a solcare i cieli usando le proprie mani come propulsori. Una frase che mi è rimasta impressa, perché a mio parere descrive perfettamente cosa sia inFAMOUS: al di là dello spostarsi tra i grattacieli con i superpoteri, è un viaggio dallo stile ben distinguibile, fatto di scelte e conseguenze. Questa volta Sucker Punch ci ha messo il doppio dello stile e ha creato un gioco più che valido. Quanto alle scelte…





Ora, so bene che inFAMOUS non è mai stato un gioco dal grande impatto narrativo e soprattutto dalla trama particolarmente articolata e plasmabile dalle scelte di chi preme i tasti del pad. Ma, in questo terzo capitolo di una saga che, ripeto, è molto valida e meritevole d’attenzione, è evidente che il vero obiettivo non sia dare al giocatore la libertà di essere un eroe o un grandissimo stronzo: lo scopo di Second Son è far vedere gli effetti particellari.



Cosa che i graphic designer hanno fatto maledettamente bene, c’è da dirlo: tra fumo, neon e quegli altri due poteri che non voglio spoilerare, c’è di che far gioire le retine. Ma non è solo visiva la bellezza di Second Son: siamo di fronte ai poteri più belli e originali di tutta la serie, a mani basse. Delsin Rowe, protagonista di questa breve avventura, ci dimostra che si può fare un gran supereroe senza il fuoco, il ghiaccio o l’elettricità, divertendosi più di prima.



Second Son perfeziona il gameplay dei predecessori, offrendo ben quattro poteri che permettono di approcciare il combattimento in modi diversi (spacca tutto, mira ai punti deboli, non farti vedere) amalgamati in un gameplay che funziona, diverte, gratifica e infonde nel giocatore quel meraviglioso senso di onnipotenza che si prova nel distruggere, da solo, un esercito di soldati sparando del fottuto neon dalle mani. Il solito sistema di potenziamenti permette di sviluppare poteri adatti al proprio orientamento karmico, dando un maggiore senso alle scelte che di senso ne hanno poco (ma ci arriverò poi). Certo, un maggiore approfondimento degli attacchi in mischia avrebbe giovato.



 Second Son, inoltre, è forse il free roaming più breve a cui abbia mai giocato: non più di quindici ore per completarlo al 100%, raddoppiate per rifare il tutto con karma opposto: merito delle missioni secondarie che più che missioni sono azioni da compiere per aumentare la propria influneza sui quartieri di Seattle, a discapito di quella dei soldati nemici. Se siete fan dei giochi infiniti questa cosa non vi piacerà: io personalmente, che sto iniziando ad imparare cosa significhi avere meno tempo per giocare, l’ho apprezzata molto.



Quello che a questo terzo inFAMOUS manca, e qui ci ricolleghiamo all’inizio del post, sono delle conseguenze. Se scelgo di salvare la famiglia Wayne da una rapina all’uscita da un teatro, per lo meno mi aspetto un futuro senza Batman. In Second Son, che tu scelga di aiutare i boyscout a vendere biscotti o di rubare le caramelle ai bambini, alla storia non può fregar di meno: va avanti spedita per la sua strada fino alla fine. Nessuno (a parte i soliti passanti generici) si ferma un secondo a dirti “Bravo, ti stai comportando bene” o “Pezzo di merda, vieni qui un attimo che ti arriva un cartone che ti fa tornare nell’utero della mamma”. I personaggi secondari ti amano o ti odiano qualsiasi cosa tu faccia, mentre ricordo che in inFAMOUS 2 una condotta positiva piuttosto che negativa portava ad avere una partner dai poteri di ghiaccio piuttosto che una dai poteri del fuoco. Le scelte morali sono riuscite solo per metà, perché inFAMOUSSecond Son commette l’errore di basarsi su una trama piattissima, banale e animata da un protagonista che, a parte le battutine, non ha molto da dire.


I comprimari finiscono per risultare personaggi riusciti meglio di Delsin

Una mia personalissima opinione: mi piacerebbe un sacco che Sucker Punch “sporcasse” un bel po’ la trama dei suoi inFAMOUS, rendendoli simili a degli episodi di Misfits, serie che vince il Tivo Award nella categoria “Migliore storia di ragazzi con superpoteri” (ma solo per le prime tre stagioni, poi insieme al cast hanno perso le idee). Perché Delsin Rowe è solo il cos player di un teppistello che crede di essere cattivo perché porta un berretto e disegna sui muri.

Concludendo, inFAMOUSSecond Son è di certo il miglior capitolo della serie in termini di gameplay. Il problema (bello grosso) è che gli sviluppatori hanno fatto delle scelte che hanno snaturato il senso della serie. Ma tutto sommato, come mio primo gioco della next-gen, non è stato affatto male.



VOTO: 7.5

Nessun commento:

Posta un commento