Questo post sarà un parto. Dovrò richiamare tutte
le mie abilità da paroliere per riuscire a non inserire doppi sensi, che
stonerebbero veramente tanto, vista l’atmosfera dell’avventura di cui mi
accingo a parlare. Se ogni tanto leggerete qualcosa di ambiguo, beh, mi
dispiace, ma se avete perso l’innocenza non è colpa mia. Ecco dunque un breve
resoconto di questa breve storia di un bambino e del suo ucc… ehm… piccolo
amico pennuto.
A Bird Story
è uno “short game” molto short e molto poco game che ha l’oneroso scopo di fare
da introduzione al sequel di To the Moon (recensito da un giovanissimo me liceale),
il cui titolo viene svelato in questo non-gioco. Realizzato, neanche a farlo
apposta, con la versione XP del tool di cui abbiamo parlato la settimana
scorsa, A Bird Story racconta un particolare momento dell’infanzia del
prossimo “paziente” dei dottori Watts e Rosalene. È un racconto sulla
solitudine ma anche sull’amicizia, semplicissimo, senza spunti particolarmente
originali, senza colpi di scena inaspettati… eppure (ovviamente c’è un “eppure”)
Kan “Reives” Gao, l’autore, me l’ha fatta un’altra volta. Perché questa “bird
story” è una storia scritta benissimo.
Sarà il fatto che non c’è un solo dialogo in tutta
l’avventura, sarà il fatto che non si perde in spiegoni superflui (anche perché
c’è davvero poco da capire), sarà che il racconto sfocia molto spesso nell’onirico
e sfrutta stratagemmi “ambientali” per staccare da una scena all’altra, saranno
le citazioni che cagionano sorrisi lunghi da qui al Texas… ma se c’è un
aggettivo che non appiopperei a questa storia, quell’aggettivo è “banale”.
Perché il segreto per intrattenere, signori, non è
proporre una storia originale. Un ragazzino che trova un migliore amico nel suo
ucc… ehm… vabbè, avete capito – è una storia che abbiamo sentito già più e più
volte. Il segreto è proporre una storia (vecchia o nuova che sia) IN MODO
originale. E A Bird Story ci riesce
benissimo, confermando Kan Gao come esperto indiscusso della comunicazione per
immagini e attraverso il “medium” RPG Maker.
Ma Kan Gao non è solo sviluppatore: è anche un
grandissimo pianista e ce lo dimostra accompagnandoci per tutto il tempo con le
sue melodie originali, come già aveva fatto con To the Moon. Ascoltarlo è un piacere ed è un piacere notare come
praticamente tre quarti dell’atmosfera siano resi dai tasti del suo pianoforte.
Il resto è un minuzioso lavoro di pixel-art e di scrittura attenta.
Quando dico "onirico", intendo qualcosa del genere |
L’unico problema di fondo è che A Bird Story non è un gioco. Certo, ci
sono fasi in cui si controlla il bambino, c’è una micro-fase stealth, ma sono
palesemente degli espedienti per non annoiare il giocatore e non lasciarlo a
fissare quella che, senza questi piccoli momenti interattivi, sarebbe una
cutscene di un’ora.
Ora, in realtà questo non è necessariamente un
problema. Voglio dire: si tratta, tutto sommato, di un DLC uscito in anticipo
sul prossimo gioco di Freebird Games. Posso anche accettare di sorbirmi, per un’ora,
un’esperienza che è soprattutto visiva piuttosto che interattiva, specialmente
quando è così bella da vedere. Ma se già To
the Moon mostrava delle evidenti lacune di profondità a livello di gameplay,
non oso immaginare a quanto poco interattivo sarà il seguito.
Per carità, a me sta anche bene che sia poco
interattivo. Solo, fatico a definirlo videogioco.
... o anche questo. |
Un piccolo appunto: leggo di gente che dice che
questo (non) gioco l’ha finito in due-tre ore.
Beh… no.
A Bird Story
dura un’ora e sì, costa 5 euro. Un’ora. Chi ci ha messo due ore ha girato a
vuoto per un’ora attraverso gli scenari 2D del gioco (molto evocativi, a
proposito), facendosi molto probabilmente due palle così.
Non ci sono segreti in A Bird Story. Non cercateli. Godetevi la storia e basta, vi
assicuro che ne vale la pena.
Ci sarà da divertirsi. |
Ovviamente A
Bird Story non si becca un voto. Come storia sarebbe un 10 pieno, ma come
gioco non andrebbe oltre il 5.
Se avete amato To
the Moon, compratelo a occhi chiusi.
Se avete odiato To the Moon, girate al largo.
Se ancora siete indecisi, provate a giocare Do you remember my lullaby, altro corto (25 minuti) di Kan Gao, gratuito, e tenete a mente che A
Bird Story è strutturato allo stesso modo. La differenza fondamentale sta
nel fatto che alla fine di A Bird Story
non avrete voglia di spararvi.
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