lunedì 1 dicembre 2014

A Bird Story, di nuovo i feels

Questo post sarà un parto. Dovrò richiamare tutte le mie abilità da paroliere per riuscire a non inserire doppi sensi, che stonerebbero veramente tanto, vista l’atmosfera dell’avventura di cui mi accingo a parlare. Se ogni tanto leggerete qualcosa di ambiguo, beh, mi dispiace, ma se avete perso l’innocenza non è colpa mia. Ecco dunque un breve resoconto di questa breve storia di un bambino e del suo ucc… ehm… piccolo amico pennuto.




A Bird Story è uno “short game” molto short e molto poco game che ha l’oneroso scopo di fare da introduzione al sequel di To the Moon (recensito da un giovanissimo me liceale), il cui titolo viene svelato in questo non-gioco. Realizzato, neanche a farlo apposta, con la versione XP del tool di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, A Bird Story racconta un particolare momento dell’infanzia del prossimo “paziente” dei dottori Watts e Rosalene. È un racconto sulla solitudine ma anche sull’amicizia, semplicissimo, senza spunti particolarmente originali, senza colpi di scena inaspettati… eppure (ovviamente c’è un “eppure”) Kan “Reives” Gao, l’autore, me l’ha fatta un’altra volta. Perché questa “bird story” è una storia scritta benissimo.


Sarà il fatto che non c’è un solo dialogo in tutta l’avventura, sarà il fatto che non si perde in spiegoni superflui (anche perché c’è davvero poco da capire), sarà che il racconto sfocia molto spesso nell’onirico e sfrutta stratagemmi “ambientali” per staccare da una scena all’altra, saranno le citazioni che cagionano sorrisi lunghi da qui al Texas… ma se c’è un aggettivo che non appiopperei a questa storia, quell’aggettivo è “banale”.
Perché il segreto per intrattenere, signori, non è proporre una storia originale. Un ragazzino che trova un migliore amico nel suo ucc… ehm… vabbè, avete capito – è una storia che abbiamo sentito già più e più volte. Il segreto è proporre una storia (vecchia o nuova che sia) IN MODO originale. E A Bird Story ci riesce benissimo, confermando Kan Gao come esperto indiscusso della comunicazione per immagini e attraverso il “medium” RPG Maker.


Ma Kan Gao non è solo sviluppatore: è anche un grandissimo pianista e ce lo dimostra accompagnandoci per tutto il tempo con le sue melodie originali, come già aveva fatto con To the Moon. Ascoltarlo è un piacere ed è un piacere notare come praticamente tre quarti dell’atmosfera siano resi dai tasti del suo pianoforte. Il resto è un minuzioso lavoro di pixel-art e di scrittura attenta.

Quando dico "onirico", intendo qualcosa del genere
L’unico problema di fondo è che A Bird Story non è un gioco. Certo, ci sono fasi in cui si controlla il bambino, c’è una micro-fase stealth, ma sono palesemente degli espedienti per non annoiare il giocatore e non lasciarlo a fissare quella che, senza questi piccoli momenti interattivi, sarebbe una cutscene di un’ora.
Ora, in realtà questo non è necessariamente un problema. Voglio dire: si tratta, tutto sommato, di un DLC uscito in anticipo sul prossimo gioco di Freebird Games. Posso anche accettare di sorbirmi, per un’ora, un’esperienza che è soprattutto visiva piuttosto che interattiva, specialmente quando è così bella da vedere. Ma se già To the Moon mostrava delle evidenti lacune di profondità a livello di gameplay, non oso immaginare a quanto poco interattivo sarà il seguito.
Per carità, a me sta anche bene che sia poco interattivo. Solo, fatico a definirlo videogioco.

... o anche questo.
Un piccolo appunto: leggo di gente che dice che questo (non) gioco l’ha finito in due-tre ore.
Beh… no.
A Bird Story dura un’ora e sì, costa 5 euro. Un’ora. Chi ci ha messo due ore ha girato a vuoto per un’ora attraverso gli scenari 2D del gioco (molto evocativi, a proposito), facendosi molto probabilmente due palle così.
Non ci sono segreti in A Bird Story. Non cercateli. Godetevi la storia e basta, vi assicuro che ne vale la pena.

Ci sarà da divertirsi.
Ovviamente A Bird Story non si becca un voto. Come storia sarebbe un 10 pieno, ma come gioco non andrebbe oltre il 5.
Se avete amato To the Moon, compratelo a occhi chiusi.
Se avete odiato To the Moon, girate al largo.

Se ancora siete indecisi, provate a giocare Do you remember my lullaby, altro corto (25 minuti) di Kan Gao, gratuito, e tenete a mente che A Bird Story è strutturato allo stesso modo. La differenza fondamentale sta nel fatto che alla fine di A Bird Story non avrete voglia di spararvi.

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