lunedì 27 ottobre 2014

Milan Games Week 2014, il resoconto: le folle urlanti invadono Milano

Tra folle in delirio, youtuber d ogni tipo, ascelle sudate e code chilometriche, si è consumata, sabato 25 ottobre 2014, la mia giornata di Games Week 2014. 
C'era gente? Ah. Ahah. 
Era un fottuto inferno. E come è stata gestita la cosa? Eheheh. Prima di vedere nel dettaglio i giochi provati, ci tengo a fare una premessa: c'era talmente tanta gente che sono riuscito a provare in prima persona davvero pochissimi giochi. Per altri, invece sono rimasto a guardare un amico. Per alcuni, quindi troverete impressioni derivanti solo da un'attenta osservazione. Mi dispiace, ma voi non eravate in quell'inferno.



Come detto, alla Games Week c'era, come si dice all'università di Oxford, un botto di gente. Se da un lato lo spazio riservato alla fiera era sufficiente a far scorrere le folle con un minimo di umanità, dall'altro lo spazio riservato agli stand era davvero troppo poco. Esempio perfetto? Lo stand Playstation. Numeri alla mano: più di 2 ore di coda per poter provare, alla fine, un gioco a scelta tra Bloodborne e The Order 1886, per circa 10 minuti. Il problema? Pochissime postazioni di gioco e il fatto che praticamente l'80% dei giocatori fosse lì per provare Bloodborne. Ma siccome noi di SpazioTivo siamo fighi, vi beccate l'opinione su entrambi i giochi.


Bloodborne


In sostanza, Bloodborne è Dark Souls con le pistole. E gli impermeabili. Moltissime sono le analogie, a cominciare dalle due barre della vita e della stamina, molti elementi dell'interfaccia in comune con la precedente opera di From Software, la possibilità di fare pressapoco le stesse mosse. 
Novità importanti, oltre all'ambientazione, sono la pistola (che toglie davvero poco, serve a stordire) e l'arma trasformabile. Alla Games Week, all'inizio della demo, era possibile scegliere tra quattro classi: spada, ascia, martello e lame gemelle. Se ciò significhi che non sia possibile cambiare arma durante il gioco, non lo so dire. Comunque, Bloodborne si presenta estremamente più fluido rispetto a Dark Souls: pur impugnando una spada di dimensioni non indifferenti, il protagonista è agilissimo. Certo, se si sceglie di impugnare il martello, l'agilità ve la scordate. Le classi, comunque, sono molto differenziate tra loro e promettono un'esperienza di gioco altamente personalizzabile.
Altra nota di merito per l'ambientazione, che preferisco di gran lunga al dark fantasy di DS.

The Order 1886


Baffi! Baffi ovunque! Nella demo di The Order si prende il controllo di un baffuto protagonista steampunk che si aggira per una cittadina piena di gente che ti spara addosso, insieme ad altri baffuti compagni steampunk. Se comprerò questo gioco, è sicuramente per l'ambientazione. 
Perché, oltre a questo, The Order 1886 è un TPS standard che più standard non si può. L'unico elemento che introduce un minimo di originalità è l'arma in dotazione a Pornobaffo: una mitragliatrice che spara "polvere termite". Dopo aver impolverato a dovere i nemici, si può sparare un razzo che, a contatto con la polvere, accende un mare di fuochi d'artificio che abbrustolisce i cattivi. 
Discutibile la scelta (ormai tipica di ogni sparatutto su PS4) di affidare l'accoppiata mira e spara ai tasti L2-R2: provengo da una generazione che ha fatto della coppia L1-R1 lo standard degli sparatutto, spero che si possa cambiare l'impostazione dei comandi.


Se la Sony non ha saputo valorizzare la sua postazione, un plauso va fatto allo stand Nintendo, che non mi pento di definire... beh, ben gestito. Molte postazioni per ogni gioco e un palco popolato da diversi youtuber che, grazie ai loro spettacoli, perlomeno davano un senso al tempo passato in attesa. Questa è la Nintendo Difference che amiamo. Ma cosa c'era da Nintendo?

The Legend of Zelda: Hyrule Warriors


Il problema dei musou è che non c'è niente di più ingannevole delle demo. Perché Hyrule Warriors, giocato nel tempo di una demo, sembra figo. Vedere Link eseguire combo spettacolari e abbattere centinaia di nemici per venti minuti può sembrare la cosa più esaltante dell'universo e convincere chi non sa a comprarlo. Ma io so. Io so che il gioco consiste nel ripetere quei venti minuti ancora, ancora e ancora, per ore. Perché è così dall'alba del primo Dinasty Warriors. A qualcuno può piacere, certo, ma non fa per me, anche se i personaggi disponibili sono tanti e diversificati.

Pokémon Omega Ruby & Alpha Sapphire


Chi segue il blog da tempo sa che, l'anno scorso, non ho accolto particolarmente bene la nuova generazione di Pokémon. In particolare, non avevo apprezzato l'eccessiva facilità e banalità del titolo, davvero povero in termini di innovazioni nel gameplay (eccetto le mega-evoluzioni, che però non facevano che accentuare il problema della facilità).
Pokémon Omega Ruby & Alpha Sapphire puntano sulla nostalgia, ma il problema persiste. La demo consiste in una lunga serie di missioni che non sono altro che un pretesto per affrontare una sequela interminabile di battaglie da vincere in un colpo solo, ammirando nel frattempo le nuove mega-evoluzioni. Missioni da affrontare in compagnia di un insopportabile fighetto con un Metagross shining e la coppia Latias-Latios, che però se ne sta sempre in disparte a... ehm, coprirti le spalle. SI tratta, oltretutto, di missioni, in certi casi, ridicole ("Trova Poochyena!" tre passi dopo "Oh, hai trovato Poochyena! Missione compiuta!").
Quindi, mi dispiace Game Freak, ma no. Non mi abbindolerete facendo leva sulla nostalgia. Per me, purtroppo, Pokémon si ferma a Black/White.

Super Smash Bros. WiiU



Non era possibile provarlo, ma i personaggi che popolavano il palco si sfidavano, di tanto in tanto, in qualche match. Che dire, a parte i nuovi personaggi, ho visto un gameplay praticamente identico a Brawl (che reputo il miglior gioco su Wii, tra l'altro). È vero che la formula è rimasta pressoché invariata con il tempo e SSB è una serie che fa delle modalità di gioco e dei personaggi il suo punto forte, ma la campagna promozionale del gioco si è soffermata, fino adesso, troppo sulle new entry, mostrando poco di sostanzioso nel gameplay. Sono sicuro che le novità ci siano, ma... dove sono?

Questa foto rappresenta lo stand Unieuro. Di un'altra fiera, probabilmente.
Dopo un hamburger XXL, si vola allo stand Unieuro, uno stand che mi ha cambiato. Ho visto persone fare cose terribili. Ho visto l'inferno da vivo, ed era lì, era rovente, era terribile. Ho annusato l'inferno, e sa di ascelle sudate e custodie di giochi buttate a terra.
Unieuro ha avuto la saggia idea di proporre offerte irrinunciabili e accatastare scatole su scatole di giochi lungo le pareti dello stand. Questo significa: gente che tentava di rubare anche i peli del naso dei buttafuori, gente senza il minimo rispetto che lasciava a terra custodie di giochi, gente che prendeva giochi del calibro di Destiny e li lasciava nei cestoni "tutto a 5 euro". Considerato che sulle scatole non era segnato il prezzo, il trovare Destiny nel cestone sorpresone generava non pochi disguidi.
Ciò non toglie che le offerte fossero davvero appetibili (mi sono portato a casa Watch_Dogs per PS3 nuovo  a 10€, per dire). Peccato che tirassero fuori il peggio delle persone.

Escape Dead Island


Se lo stand dedicato a Dead Island era popolato, era solo per il logo di Dead Island 2. Poi, una volta entrato, scoprivi che potevi provare solo Escape Dead Island. Che è un adventure in terza persona con gli zombie, in cel-shading. La scelta dello stile grafico è discutibile e il gioco, purtroppo, sembra abbastanza anonimo.

Kingdom Hearts II.5 HD Remix


Provato giusto per curiosità, KH II.5 è un buona conversione in HD di un ottimo gioco (ho provato solo Birth by Sleep) che fa quello che ci si aspetta che faccia: risolve i problemi che i comandi della PSP causavano ai poveri pollici dei giocatori. 
In pratica, è Birth by Sleep ma con dei comandi comodi.

Italian Game Developers Summit


Ultimo ma non per importanza, lo stand della IGDS, dedicato alle produzioni indie made in Italy. Tante idee interessanti ma poco di sostanzialmente nuovo, purtroppo: avevo già provato In Verbis Virtus, mentre Lone Wolf e Futuridium sono già in giro da un po'. Esilarante Tonsilla, un gioco da giocare a colpi di Oculus e microfono, col solo scopo di sputtanarsi davanti agli occhi (e alle orecchie) degli altri.

In conclusione, La Milan Games Week è come Londra: per fare e vedere davvero tutto non basta un giorno solo. Questo perché gli organizzatori non si stanno rendendo conto che l'affluenza aumenta esponenzialmente di anno in anno. Gli spazi iniziano a stare stretti (specialmente le postazioni di gioco), occorre ampliarsi, occorre trovare una soluzione. Lo stand migliore è sicuramente quello di Nintendo, in cui puoi passare tranquillamente delle ore senza avere la sensazione di star buttando via il tempo: c'è sempre qualcosa da vedere ed è un'ottima cosa. Lo stesso non si può dire, purtroppo, di Sony, bocciatissima a questo giro. Non c'era neanche l'autorevole presenza di Fabri Fibra, che aveva le note (do-re-mi), come l'anno scorso.
Bisogna seguire l'esempio di Nintendo, oltre al fatto che occorre ampliarsi, ampliarsi, ampliarsi. 


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