lunedì 29 settembre 2014

Di The Walking Dead Season 2, cioccolato e crostate


La seconda stagione del The Walking Dead della Telltale, avventura grafica basata sulle scelte e sui feelings, oltre che sul fumetto di Robert Kirkman, è intensa, ben scritta, ricca di sorprese. Eppure, c’è stato qualcosa che, a mio avviso, non ha funzionato.
Seguono spoiler a ruota libera sulla prima stagione, ma non sulla seconda, tranqui.



Avevamo lasciato la piccola Clementine impaurita e in lacrime mentre se ne andava dopo aver abbandonato un Lee che era ormai senza speranza. L’avevamo seguita mentre avvistava due persone che presumevamo essere Omid e Christa e si dirigeva verso di loro.
Clementine, poco più di un anno dopo, è cresciuta. Ne ha viste tante, è cambiata, non è più la bambina dell’amatissima Season 1. È una piccola macchina da sopravvivenza, senza però le ingenuità e gli eccessi tamarri del Carl Grimes della serie TV.


TWD2 ripropone, tale e quale, la meccanica del prequel, basata su una progressione ad avventura grafica senza enigmi, focalizzata sull’interazione con i personaggi, scelte morali e qualche occasionale quick time event. E funziona? Cazzo, se funziona. Dietro a TWD2 c’è tutto un lavoro di scrittura e character design che è solo da applaudire. La trama ha un ritmo anche migliore di quella della stagione 1, che soffriva di leggerissimi momenti di stanca (le fasi di "esplorazione", qui sapientemente eliminate), così come le situazioni mettono il giocatore alle strette e nella difficile posizione di dover fare una scelta, spesso tra un’alternativa brutta e una ancora peggiore.
Perché quello dell’apocalisse zombie, come Kirkman cerca in tutti i modi di farcelo capire, è un mondo di fame, morte e disperazione. La disperazione è forse il tema principale di questa stagione.


Qual è il problema allora?
Il problema è che The Walking Dead Season 2 promette una torta al cioccolato ma poi ti dà una crostata.
Sarà meglio spiegarsi, va’: all’inizio di ogni episodio c’è un disclaimer che dice “La storia si adatta alle tue scelte”. Eppure, la sensazione che si avverte giocando è di avere poco potere sulla storia, sebbene bellissima e dolcissima come una crostata. Fermi tutti: so benissimo che nella prima stagione accadeva la stessa cosa, ma si è beccata un 10 proprio dal sottoscritto. Eppure, in questa seconda stagione, la sensazione di non poter fare niente per migliorare le cose è ancora più forte.
Non fraintendetemi, anche con Clementine avrete l’occasione di costruire e rovinare rapporti interpersonali in base a ciò che dite, ma spesso la bambina sembra parlare al vento mentre gli altri discutono e viene declassata a tuttofare: Clem fammi questo, Clem portami quello, Clem parlaci tu che ti ascolta.
Ci si sente, insomma, un po’ troppo in balia degli sceneggiatori, per quanto il colpo di scena e la scelta morale siano sempre dietro l’angolo. Può anche darsi che questa sensazione sia derivata dal mio modo di giocare, volto al tentare di tenere tutti calmi e buoni (povero ingenuo), oppure può darsi che sia l'effetto sorpresa della prima serie ad essere venuto a mancare, ma sta di fatto che qualcosa si è perso per strada.


La cosa che più fa imbestialire, però, è la totale inutilità delle scelte prese in 400 Days, il DLC della prima stagione. In sostanza, il senso delle scelte di 400 Days era dare la possibilità di avere un parte INFIMA nella storia ai protagonisti (con un'eccezione, ma ho già detto abbastanza). Giocarlo o non giocarlo non cambia assolutamente niente.


A parte queste brutte magagne, The Walking Dead Season 2 offre degli episodi notevoli e decisamente superiori a quelli del predecessore: in particolare il secondo (duro colpo ai feels) ma soprattutto il quinto, in cui le scelte cambiano PER DAVVERO la storia.
Peccato per la localizzazione italiana che ancora non c’è (ma se proprio non potete aspettare…) e per l’insensata scelta di togliere la possibilità di disattivare gli avvisi del tipo “Luke si ricorderà che hai detto che sua mamma è grassa”, visto che non mi piace sapere in quale momento sto agendo sulla storia.


Che dire ora? Ora si aspetta la stagione 3. La comprerò? Of course. Questa stagione 2, come sto cercando di dire, è comunque un capolavoro di storytelling, anzi, ad avercene, di giochi con una trama così. Però Telltale, non cadetemi sui DLC, please.

VOTO: 9

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