Lo sappiamo tutti, Kojima ha annunciato, a
sorpresa, di essere al lavoro ad un nuovo capitolo di Silent Hill (chiamato Silent Hills) insieme a,
udite udite, Guillermo del Toro. Starring: Norman Reedus (Daryl Dixon di The
Walking Dead, quella serie brutta di cui qui non si parla proprio mai), attore
di così grande spessore che hanno mostrato solo fasi di gioco in prima
persona. Ma non sono qui per parlare di questo. O almeno, non solo.
No, niente battute sul tocco di Kojima, questo è un blog di classe.
Perché diciamocelo, sono anni che Kojima vorrebbe
passare al cinema. Lo dimostrano i due trailer no-gameplay di MGS5, lo dimostra
questo progetto con Del Toro, lo dimostra tutta la saga di Metal Gear, con le
sue cutscene interminabili, con le sue citazioni, con quel taglio
cinematografico delle inquadrature di gioco.
Insomma, non che Kojima non sappia fare videogiochi,
ma la maggior parte della sua attenzione è sempre stata rivolta al comparto
narrativo dei suoi lavori, per quanto la componente stealth sia pressoché priva
di sbavature e non ci sia nulla da dire in proposito.
P.T. è sostanzialmente un simulatore di corridoi dove tutto è sempre uguale... o forse no. |
E cosa c’è di male in tutto questo? Niente,
proprio niente.
Volevo infatti cogliere l’occasione per parlare di
come mi piacerebbe che si evolvesse, in futuro, il modo di approcciarsi alla
narrazione mediante un videogioco.
Il mio sogno, per il quale scorgo una speranza in
questo progetto, vede i più famosi registi e attori prendere parte alla
realizzazione di un videogioco. Abbiamo il motion capture, no? Abbiamo gli
attori, no? È così strano sognare un GTA scritto e diretto da Quentin Tarantino
e interpretato da John Travolta, Uma Thurman e Samuel L Jackson?
Sono un figlio di puttana a cui piace sognare, lo so. |
Del resto ci stiamo tutti rendendo conto di come
il medium videoludico somigli sempre più a quello cinematografico. Uncharted,
The Last of Us, il già citato GTA, Beyond…
Per carità, non sto parlando di Silent Hills come
il primo caso in assoluto in cui veri attori prestano la loro recitazione per
un gioco, e neanche che solo le grandi star di Hollywood dovrebbero prendere
parte a queste iniziative. Quello che voglio dire è che occorre che il
videogioco venga accettato come vero e proprio mezzo di comunicazione che, con
le persone giuste, può raggiungere (e perché no, superare) la potenza di un
film. Occorrono più esempi di personaggi illustri di questo mondo affinché
questa presa di coscienza si verifichi.
Non vorreste rivedere l'interprete di Trevor? |
Significa Playable Teaser, perché si tratta di un
teaser… giocabile.
Quindi… è un demo. Kojima hipster che si inventa i
termini per valorizzare il suo lavoro.
Ma gliela perdono.
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