domenica 15 giugno 2014

Kingdom Hearts 3D [Dai Dai Dai]

Dai che questo è l'ultimo spin-off prima di Kingdom Hearts III (gufata incredibile).
Dai che è tutto pronto per il gran finale.
Dai che oh, è venuto pure fuori un bel gioco.





Mi sono avvicinato a questo Kingdom Hearts con più di qualche dubbio, sia perché temevo che la mancata localizzazione in italiano fosse da imputarsi alla segreta consapevolezza, da parte della Square-Enix, che si trattasse di una mezza merda, sia perché ho la netta sensazione che Tetsuya Nomura, autore della saga, non abbia una chiara idea su dove voglia andare a parare, e stia cercando di prendere tempo. La prova su strada del gioco, invece, mi ha fatto ricredere su entrambe le cose.
I motivi per cui Kingdom Hearts 3D [Dream Drop Distance] è uno degli spin-off più riusciti della saga (lo collocherei al secondo posto dopo Birth by Sleep, che reputo anche il miglior episodio di tutta la serie) sono, sostanzialmente, quattro:


1) L'importanza della trama.
Kingdom Hearts 3D è uno spin-off, sì, ma come lo furono Chains of Memories e Birth by Sleep, ha una posizione di vitale importanza nel corso degli eventi del filone principale, ponendosi come ponte tra Kingdom Hearts II e Kingdom Hearts III. Dubito che chi giocherà a Kingdom Hearts III senza essere passato da Dream Drop Distance possa capire qualcosa, almeno senza essersi documentato.


2) Le novità nel gameplay.
Una cosa che ho sempre apprezzato, in Kingdom Hearts, è il fatto che in ogni capitolo si percepisca una volontà di rinnovamento, manifestata in forma di nuove meccaniche di gioco. Partiamo dal sistema di combattimento, che sembra aver preso una direzione stabile: quella già intrapresa dal sistema di Birth by Sleep, basato su comandi memorizzati in un "deck" che necessitano di un certo tempo di ricarica dopo l'utilizzo. Il sistema funziona e diverte, ma non è finita qui. Numerose sono infatti le aggiunte, così tante che all'inizio potrebbero spiazzare un po': la possibilità di "volare" saltando da una parete all'altra (la cosiddetta FlowMotion), la possibilità di creare e allevare gli Spirits (controparte delle creature che vanno affrontate come nemici) per usarli in battaglia, la capacità di "fondersi" con loro e il Reality Shift, una sorta di minigame all'interno della battaglia che permette di infliggere danni extra. E ancora, un gioco di carte (che in realtà non ho approfondito molto, ma ricordava Chains of Memories), minigiochi spettacolari nel passaggio da un mondo all'altro, missioni secondarie.


Infine, il meccanismo di Drop, che, ogni tot minuti, "forza" il giocatore a cambiare protagonista (Sora o Riku) e seguire la sua storia. Meccanismo che può sembrare fastidioso all'inizio, ma che in realtà riesce nello scopo di mantenere alto il ritmo di gioco e impedire al giocatore di focalizzarsi su un solo protagonista.


3) Sora scende dal piedistallo.
Non si vuole entrare nello spoiler selvaggio, tranquilli, ma finalmente viene dato più spazio ad altri personaggi, come Riku, che personalmente ho sempre trovato più interessante e credibile di quell'imbecille con la collana a forma di corona.


4) Nuovi mondi! NUOVI MONDI!
Era una vita che aspettavo questa cosa! Nuovi mondi! QUESTO è ciò di cui ha bisogno Kingdom Hearts. Basta Halloween Town, BASTA AGRABAH (PER CARITA'), la Disney ha fatto anche altri film!
E, con mia grande gioia, in questo Kingdom Hearts ci sono solo mondi nuovi, a parte due "canonici" che non fanno parte del catalogo Disney. Il Gobbo di Notre Dame, Tron Legacy, e altri, di cui uno ispiratissimo, ma non vi dico quale. QUESTO dà nuova luce al brand, e spero che questa cosa sia estesa anche a Kingdom Hearts III, dove sicuramente ci sarà Agrabah, ma magari ci sarà anche, che ne so, un Ralph Spaccatutto, uno Star Wars, o perché no, i mondi dei personaggi di Final Fantasy.

Detta così, Dream Drop Distance sembra il Kingdom Hearts perfetto. Ma non lo è, vediamo perché.


Innanzitutto, lanciamo i pomodori a Square per non aver localizzato un così bel gioco nella lingua del nostro Paese. Cattiveria gratuita, buuh Square, ma tanto Kingdom Hearts III te lo compriamo lo stesso.


Secondariamente, la trama. Sì, è importante, ma non funziona. È palesemente scritta da una scimmia: tutte le grandi rivelazioni, gli spiegoni infiniti che caratterizzano ogni Kingdom Hearts, sono concentrati nelle fasi finali del gioco e, nel mezzo, non succede praticamente niente. Oltretutto, le rivelazioni del gioco sono spiegate in maniera confusionaria, e ancora adesso fatico a capire il tutto.
Oltretutto, in questo Kingdom Hearts tutti i misteri sono svelati. Quella menata terribile del "Reconnect" che infilano alla fine di tutti i trailer, finalmente si è conclusa. Ma una domanda sorge spontanea: che interesse ho a giocare Kingdom Hearts III? O meglio, ovvio che voglio vedere come va a finire, ma, visto anche il finale segreto di Kingdom Hearts 3D, non c'è ormai più niente da scoprire. Poi sicuramente Nomura si inventerà qualcosa, ma temo che, qualunque cosa si inventi, resterà uno riempitivo.


Infine, la telecamera che va un po' dove vuole non è proprio il massimo.

VOTO: 8,5

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