lunedì 2 settembre 2013

Dead Space 2, perché il primo non bastava

Si avverte, in questo secondo capitolo di Dead Space, una leggera manovra, un principio di avviamento verso una nuova direzione. La domanda è: questa nuova direzione è buona? Beh, in una parola: NI.



Insomma, senza troppi giri di parole, questo Dead Space 2 ha i suoi pregi e i suoi difetti, mi è piaciuto e non mi è piaciuto, non riesce a posizionarsi in un punto ben distinto oltre la soglia del "boh". Vediamo di analizzarne le caratteristiche peculiari e di arrivare ad una conclusione, se no questo post non ha senso di esistere.


PRO: In Dead Space 2, il protagonista Isaac Clark parla. Scelta coraggiosa, dopo un primo capitolo con un protagonista muto, eppure lo sventurato ingegnere riesce ad acquistare quel tratto di umanità che lo ha reso (almeno ai miei occhi) molto più "empatibile" ("che è soggetto di empatia", neologismi FTW). Mi è piaciuta anche tutta la storia di Nicole, per quanto clichosa ("che è pieno di cliché", stasera sono fantasioso). Quasi inesistente la trama, ma non è un grosso problema in questo genere di giochi (anche se, ovvio, una bella trama non guasta mai e aiuta ad alzare il voto finale).


CONTRO: Si spara tanto. Si spara troppo. Decisamente troppo. Ok che mi aspetto che un gioco survival cerchi di mettermi in difficoltà, ma questo non si traduce sempre necessariamente in orde sempre più grandi di nemici, ce dopo qualche ora finiscono per annoiare. È la manovra di cui si parlava a inizio post, volta a trasformare il gioco di Visceral Games in un action, per seguire le mode ed essere più cool. 


PRO: Per quanto si spari tanto, almeno si può dire che in Dead Space 2 le munizioni non bastano mai. Insomma, se giocato a Difficile (caldamente consigliato dal sottoscritto) si ha un livello di sfida molto stimolante, al pari del primo capitolo della saga. Insomma, l'elemento survival se non altro è ancora vivo e vegeto. In particolare, mi è piaciuta questa fine "correzione": nel primo Dead Space, sparse per lo scenario si trovavano solo munizioni per le armi in possesso, rendendo il tutto meno realistico; qui, invece, potrebbe capitare di trovare delle munizioni, per dire, per il lanciamine quando il lanciamine non l'abbiamo, causando attacchi di blasfemie.


CONTRO: Di questo male soffrivano già le fasi finali del primo capitolo. Qui ci si avvicina ancora di più al limite, che temo si toccherà con Dead Space 3. Arrivati più o meno a metà gioco, anzi diciamo dopo il bellissimo capitolo 10, una volta scoperte tutte le nuove "specie" di necromorfi e trovato le quattro armi preferite, si comincia a non poterne più, a dire "basta". Gli ultimi tre capitoli poi, non parliamone. Questo non perché il gioco duri troppo (9 ore e mezza), ma perché non sa rinnovarsi durante il suo svolgimento, alternando a (troppe) orde di necromorfi solo qualche sporadico e banale enigma ambientale. Anche le apparizioni improvvise dei mostri dopo un po' non fanno più paura e anzi, si impara a riconoscere a occhio i luoghi facilmente soggetti ad attacchi di nemici. Questa cosa si avverte soprattutto se si ha giocato al primo Dead Space, e da qui nasce il senso del titolo del post: un solo Dead Space non bastava?  Riprendo il discorso a fine recensione.


PRO: Alcune delle ambientazioni sono davvero ispirate ed evocative (per citarne alcune, l'ospedale psichiatrico di inizio gioco, la chiesa, l'asilo, quel bellissimo capitolo 10) e rendono il gioco meritevole di essere giocato anche solo per respirare quelle opprimenti atmosfere che, bisogna dirlo, Visceral Games sa rendere molto bene, anche con l'ausilio del sempre eccellente comparto sonoro.

Finendo il gioco si sbloccano alcuni extra che fanno venire una voglia matta di ricominciarlo, come la tuta gialla. (...)

Quindi, la domanda cruciale: Dead Space 2 ha senso di esistere?
La risposta, visto il numero di pro e contro, è sì, ma come vedete non è una vittoria schiacciante. Insomma, il secondo capitolo delle disavventure di Isaac Clark è senz'altro un buon gioco, dalle tinte più action del precedente, ma si tratta pur sempre di un action ben fatto.
Solo che, insomma, basta. Sarebbe stato meglio fermarsi qui, perché se Dead Space 3 non cerca di rinnovare le meccaniche di gioco dei due precedenti capitoli, si rischia l'overdose. Lo giocherò sicuramente, ma non so quando, visto che il 17 settembre arriverà a casa mia la rovina di tutti i giocatori, ovvero GTA V (preordinato su Amazon UK a 35 sterle, fuck yeah).

VOTO: 8.0

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