lunedì 9 settembre 2013

Evoland

Questo post ha un titolo semplice, per essere attinente al suo oggetto, un gioco che fa della semplicità il suo punto forte... ma anche debole. Vediamo perché.


"Evoland: a short story of adventure videogames evolution". Così recita lo "slogan" del gioco stesso, e mai descrizione fu più accurata: si tratta, sostanzialmente, di ripercorrere passo passo tutte le fasi del GdR classico, dall'era 8-bit fino all'avvento dell'HD, mischiando action bidimensionale alla Zelda e Diablo e combattimenti a turni alla Final Fantasy e Dragon Quest, senza dimenticare di prendere un po' in giro l'intero genere.


L'avventura comincia proprio come nell'immagine qui sopra: grafica 8-bit, una visuale piuttosto "ridotta" e la possibilità di andare solo a destra. Il tempo di fare due passi ed ecco che ci imbattiamo in uno scrigno, che contiene... la possibilità di andare a sinistra. Altri tre passi in quella direzione ed ecco un altro scrigno, che allarga la visuale permettendoci di muovere il protagonista in tutte e quattro le direzioni. 
Evoland funziona così: la storia (canonica, ma è questo che ci si aspetta) è solo un pretesto per passare da uno scrigno all'altro e assistere, poco per volta, all'evoluzione del gioco d'avventura, aggiungendo sempre più dettagli grafici (e facendo sanguinare per lo sforzo il mio computer) e meccanismi di gioco.


È questo il fascino di Evoland: se il videogioco fosse insegnato a scuola, Evoland verrebbe usato per insegnare storia. Giocando, si ha l'idea di una progressiva evoluzione che fa quasi tenerezza, perché nonostante tutto è la storia non solo del videogioco, ma anche di noi giocatori, che abbiamo contribuito, con le nostre lamentele e i nostri desideri, a plasmare questo genere.
In questo caso l'aspetto grafico non è da sottovalutare, perché rappresenta un aspetto imprescindibile dell'apparato comunicativo di tutta l'opera: si tratta di ottima pixel art e buona grafica 3D, con il giusto livello di originalità. 


Evoland, dicevo, fa della semplicità il suo punto forte: storia semplice, avventura semplice, breve durata. Eppure, forse questa semplicità di concetto non avrebbe dovuto sconfinare nel gameplay, che finisce per essere eccessivamente banale e noiosetto, specialmente nei combattimenti a turni. Non mancano i collezionabili, un gioco di carte e luoghi segreti, ma vengono eclissati dall'interesse nel trovare tutti gli scrigni che fanno "evolvere" l'avventura.


Insomma, Evoland è un gioco animato da un'idea geniale, ma che soddisfa poco a livello di gameplay. Vale comunque la pena giocarlo, anche solo per gli equipaggiamenti raccolti nella "fase Diablo" ("+0,001 di difesa sulle orecchie", per citarne uno).


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