domenica 25 agosto 2013

Thomas was Alone, il gioco di quadrati e rettangoli

Altro giochino indie dalla pila da smaltire, altra piccola perla, altre emozioni inaspettate. Pare proprio che questo sia il bundle dei giochi emotivi.



Thomas was alone, come si può intuire dagli screen, non ha una grafica pompata. 
Thomas was alone, come si può intuire dagli screen, non vanta di ambientazioni varie e diversificate.

Eppure, il lavoro di Mike Bithell riesce a coinvolgere e persino ad emozionare, in quei quasi 100 livelli che lo compongono, utilizzando come personaggi dei semplici quadrati e rettangoli di vari colori e offrendo un gameplay che più semplice e "asciutto" di così non si può.


Si comincia quindi impersonando Thomas, un curioso rettangolo rosso che, stando alle parole della voce narrante, è deciso a scoprire i segreti del mondo che lo circonda. Il narratore delinea con poche e semplici parole (e un'abilità nel recitare che vale metà dell'atmosfera) la personalità di quella semplice forma geometrica che, incredibile ma vero, finisce per suscitare empatia. Ben presto si fa la conoscenza del quadrato arancione Chris, del sottile rettangolo giallo John, dell'enorme Claire e tanti altri personaggi, che interagiscono tra loro inscenando una storia fatta di amicizia, tradimenti, sospetti e persino amore. Il tutto raccontato tramite la voce del bravissimo Danny Wallace, accompagnato da un comparto sonoro di grande atmosfera.


I livelli vanno affrontati a suon di salti e ingegno. Due tasti per muoversi a destra o a sinistra, un tasto per saltare e uno per passare ad un altro personaggio. Ogni quadrato o rettangolo ha delle abilità uniche che vanno combinate tra loro per portare tutti i protagonisti in un portale della loro forma che tutti devono attraversare contemporaneamente. Ecco quindi che Thomas was alone fonde platform e puzzle, ottenendo un risultato non particolarmente impegnativo ma tutto sommato godibile e pulito.


Lo stile minimalista del gioco mi fa pensare a Thomas was alone come a una rappresentazione dell'idea platonica del videogioco stesso, come se fosse stato "spogliato" di tutti i fronzoli grafici per mostrarci il "motore" di tutta l'esperienza, nella sua nuda semplicità.
In questo senso, Thomas was alone è un gioco non innovativo, non particolarmente impegnativo, ma intelligente, sia per la scelta dello stile, sia per l'essere riuscito a suscitare empatia per dei quadrati e rettangoli colorati.

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