martedì 2 ottobre 2012

La Guida Galattica per Autostoppisti e la sua pungente ironia

Di libri non si era ancora parlato in questo blog, e dunque, per dimostrare che, oltre a dedicarsi ai giochini elettronici, il vostro affezionatissimo ogni tanto legge anche qualcosa di diverso dai manuali di istruzioni, approfitto del fatto che sto leggendo in questi giorni il Ristorante al termine dell'Universo (dopo ANNI di "devo leggerlo prima o poi") per parlarvi del capolavoro del compianto Douglas Adams.

Innanzitutto, un po' di becgraund:
La Guida Galattica per autostoppisti (The Hitchhiker's Guide to the Galaxy) è un libro che unisce ironia e fantascienza, scritto dall'inglese Douglas Adams e pubblicato per la prima volta nel 1979. Visto il successo, ad esso seguirono altri quattro episodi, nell'ordine: Il Ristorante al termine dell'Universo; La vita, l'Universo e tutto quanto; Addio, e grazie per tutto il pesce e Praticamente innocuo. Tutte e cinque le opere, che l'autore definiva una "trilogia in cinque parti", hanno come filo conduttore le avventure di Arthur Dent, di Ford Prefect e di tutta quella strana gente che incontrano.

Chi bazzica per il mondo nerd probabilmente conosce la serie già da tempo, ma credo che ci sia una buona fetta della popolazione che ignori ingiustamente questo capolavoro (mi esprimo solo sul primo libro), dal momento che io stesso ne venni a conoscenza solo grazie al consiglio di un professore delle medie. Ripensandoci ora, quel professore era un grande.
Ad ogni modo, eviterò di fare spoiler, non si sa mai che le mie parole invoglino qualcuno a spendere soldi.

Dunque, la storia della Guida in soldoni: la Terra viene distrutta. Sì sì, avevo detto niente spoiler, ma beh, questo è l'antefatto, il primo capitolo, quindi non vi ho detto praticamente niente. Dicevo, la Terra viene distrutta, e l'unico sopravvissuto, Arthur Dent, è riuscito a salvarsi grazie all'aiuto dell'amico Ford Prefect, un alieno originario di una stella chiamata Betelgeuse, che si era infiltrato sulla Terra facendosi passare da terrestre per studiare il pianeta e inserirne i dati nella Guida Galattica per Autostoppisti: la Guida non è altro che una sorta di eBook a comando vocale, in grado di offrire in pochi istanti un ampio repertorio di informazioni su qualunque pianeta si voglia visitare.
Ford Prefect è infatti un autostoppista, ed è proprio chiedendo un passaggio alle astronavi demolitrici della Terra che riesce a salvare la pelle sua e dell'amico. Da quel momento in poi, Arthur si ritrova a vagare per un Universo di cui ha da poco scoperto l'esistenza, con l'eredità dell'intero pianeta Terra sulle spalle, potendo contare solo sulla Guida.
La Guida galattica per autostoppisti è un libro decisamente notevole, forse il più notevole, sicuramente quello di maggiore successo, mai pubblicato dalle grandi case editrici dell'Orsa Minore. Più popolare del "Manuale di economia domestica celeste", più venduto di "Altre 53 cose da fare a gravità zero" e più discusso della trilogia di bestseller filosofici di Oolon Colluphyd "Dove ha sbagliato Dio", "Ancora alcuni tra i più grandi sbagli di Dio" e "Chi è questo Dio, in fin dei conti?". La Guida ha già soppiantato la grande Enciclopedia galattica, come l'indiscussa depositaria di tutta la conoscenza e la saggezza, per due importanti ragioni. Primo, costa un po' meno; secondo, reca la scritta DON'T PANIC, niente panico, in grandi e rassicuranti caratteri sulla copertina.



Non amo le citazioni brevi. Già già.
Comunque, ciò che colpisce e cattura del romanzo è come la Guida assuma un ruolo centrale, come se le avventure di Arthur Dent siano solo un contorno, una sorta di "dimostrazione pratica" operata dal "libro dentro al libro", perché l'impressione, durante la lettura, è proprio quella di trovarsi di fronte alla Guida stessa. E ciò è permesso sia dal fatto che alcuni capitoli interrompono nettamente la narrazione per regalare alcune perle di saggezza della Guida, sia dal linguaggio astuto, azzeccato e fortemente ironico di Douglas Adams, che non perde mai l'occasione di ficcare, tra le righe, delle divertenti (ma amare) critiche all'intero genere umano.

Perché in fondo, lo scopo della Guida Galattica per Autostoppisti è proprio questo: criticare, o meglio, schernire la società moderna, per i suoi costumi discutibili, le sue contraddizioni e le sue ipocrisie. Ma come farlo, senza risultare saccenti? Adams risponde alla domanda semplicemente allargando i confini: solo guardando la Terra da fuori è possibile criticarla in ogni suo aspetto, perché non sono più i terrestri stessi a farlo, bensì il resto dell'Universo.
E in questo obiettivo la Guida Galattica per Autostoppisti si dimostra un libro riuscitissimo. Chi riuscirà ad andare oltre le apparenze, chi non si fermerà alla "solita storiella di pianeti alieni e navi spaziali", se ne renderà conto e troverà degli spunti su cui riflettere, oltre al fatto che potrà godersi lo stile irresistibile di Adams.

Insomma, se non lo conoscete, fateci un pensiero. Tanto la storia è autoconclusiva, non è necessario leggere i romanzi successivi per avere una visione completa della trama. Anche perché la trama, se saprete cogliere lo spirito del libro, non sarà certamente la prima cosa a interessarvi.

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