lunedì 4 agosto 2014

Mi date 100,000 euro per sviluppare un survival sugli zombie? È un progetto innovativo!

Da un anno circa a questa parte, quante volte abbiamo sentito di progetti (videoludici o meno) iniziati grazie al crowdfunding? Io ne ho perso il conto. Ma è davvero una buona cosa?



Per chi non lo sapesse, il crowdfunding ("finanziamento collettivo") consiste nel richiedere un finanziamento al "crowd", ovvero la folla, il popolo di futuri acquirenti, per poter portare avanti un proprio progetto. Kickstarter è il più famoso dei siti che offrono la possibilità di mettere in luce le proprie intenzioni, nella speranza che un utente resti impressionato e si convinca a uscire i soldi per vedere il lavoro finito. Inutile dire che i progetti di videogiochi indipendenti costituiscono una bella fetta dell'offerta Kickstarter. Solitamente i finanziatori hanno diritto ad una versione del gioco aggratise (al momento dell'uscita) o, per finanziamenti più corposi, a premi molto più consistenti come l'inserimento, nel gioco stesso, di un personaggio inventato da loro.

Questo significa che gli sviluppatori indipendenti, liberi dai vincoli artistici dei publisher, possono mettere ciò che vogliono nei loro progetti, senza temere alcuna forma di censura. 
E questo, sicuramente, è un bene. La libertà di espressione è una cosa che, nel 2014, dovrebbe essere assicurata, ma non essendo purtroppo così, ogni cosa che la permetta è ben accetta. 


Tuttavia, pensiamo di nuovo a quanti progetti crowdfunded abbiamo sentito nominare. 
La gente sta esagerando. Sia nel proporre progetti, sia nel finanziarli. Non solo vedo su Kickstarter gente che chiede soldi per qualsiasi minchiata, ma anche persone che ci cascano e donano 5, 10, 100 dollari. 
Proprio l'altro giorno leggevo la notizia di un progetto di un videogioco (Yogventures) che, dopo aver raggiunto (e raddoppiato) l'obiettivo prefissato proprio su Kickstarter, non aveva comunque preso piede, perché la SW "non era in grado di gestire un progetto così ambizioso".

Yogventures era un sandbox open world. Come il 90% dei giochi PC dall'uscita di Minecraft.
Il punto è che i finanziatori l'hanno presa nell'ingresso sul retro, perché gli sviluppatori non sono tenuti in alcun modo a risarcire i finanziatori: per questo hanno deciso di "consolarli" con una chiave di accesso su Steam per un altro gioco (TUG). Piccolo problema: qualcuno ha messo più di 200 verdoni, che di certo bastano e avanzano per comprarsi TUG. Più che consolazione, per loro è una presa in giro.

Questo invece è TUG. Che così  occhio sembra identico a Yogventures.
La mia paura? Che, anche per episodi come questo, gli utenti passino dal finanziare tutto al non finanziare più niente, neanche quei progetti davvero meritevoli che avrebbero davvero bisogno di una spinta economica per vedere la luce.
Se uno sviluppatore indipendente mette il suo progetto su Kickstarter, non è detto che sia per forza un visionario del game design dalle idee troppo innovative per essere accettate da un publisher. Non sottovalutiamo sempre e comunque la capacità di giudizio di chi i soldi li mette per lavoro.
Non sto dicendo di smettere di finanziare le idee su questi siti. Solo, tenete in mente che non sono altro che idee, e che il loro compimento dipende dalla serietà della persona che le porta avanti. 
Fate due conti, prima di finanziare un progetto.


Nessun commento:

Posta un commento