lunedì 28 luglio 2014

Dishonored, il gioco che - RATTI! RATTI OVUNQUE!

Nelle ultime settimane ho giocato a un capitolo di Assassin's Creed davvero notevole. Finalmente lo stealth è stato implementato più che decentemente, con un assassino fighissimo che salta da un tetto all'altro e all'occorrenza scende per sgozzare qualche tizio in uniforme che, incredibilmente, questa volta non ha il cervello di un vaso di ceramica, più strade per superare un livello, livelli che offrono un mare di possibilità e scontri che a volte è meglio evitare. Solo che non si chiamava Assassin's Creed. Si chiamava Dishonored.


È difficile scegliere da dove cominciare a parlare di Dishonored, perché in ogni caso sarebbe una lode continua. A partire dal level design, passando per l'ambientazione (uno steampunk ben riuscito) e soprattutto per il gameplay.
Dishonored soddisfa sotto tutti questi punti di vista, offrendo un'esperienza che, a seconda delle attitudini del giocatore, può essere stealth o action.


La possibilità di affrontare i livelli con lo stile che più ci aggrada non è cosa nuova nel panorama videoludico, tuttavia raramente questa possibilità è implementata decentemente e finisce spesso per rendere un approccio più vantaggioso dell'altro. Dishonored, invece, può essere giocato in libertà in entrambi i modi risultando ugualmente divertente, grazie a un level design come pochi ne ho visti nella mia carriera di giocatore.
Ciò che colpisce maggiormente sono infatti le aree di gioco, vastissime ma anche molto intricate, che offrono una grande varietà di soluzioni agli obiettivi che ci vengono fissati.


Aree controllate da un numero di guardie che aumenta con l'aumentare dei nemici che il giocatore uccide, perché i parenti in Dishonored non sono tipi da prendere la morte dei cari con filosofia. Oltre alle armi e a vari strumenti, Corvo ha a disposizione dei poteri magici, gentilmente offerti da una misteriosa figura che, per il ruolo che ha nell'ambientazione, ricorda decisamente Satana. Armi e poteri possono essere potenziati secondo le nostre esigenze: i poteri, in particolare, hanno bisogno di Rune, che si trovano nei vari livelli, ma attenzione: non ci sono Rune a sufficienza per potenziare tutti i poteri. Ottima cosa, perché questa scelta spinge a sviluppare un proprio stile.

TUTTI i nemici di Dishonored c'hanno questa fissa dei film gangster e dell'impugnare le pistole come i loro attori preferiti.
Tutti questi aspetti rendono Dishonored un magnifico simulatore di "super ninja della morte fighissimo", specialmente se si sceglie di affrontare i livelli senza farsi scoprire. Qui, però, emerge qualche sbavatura nel sistema stealth del gioco: perché i nemici, dopo avermi visto e successivamente perso di vista, dovrebbero comportarsi come se nulla fosse successo? Perché quando trovano un compagno svenuto non cercano di rianimarlo?
A parte questi errori, il gameplay risulta, nel complesso, vario e sempre ad alto ritmo, complice anche il design ispiratissimo e vario delle ambientazioni. Se solo non fossero piene di ratti, mamma mia che schifo.

No, NON ci verrà richiesto di adescare bambine di otto anni
Sì, ma la trama? La trama fa il suo lavoro: fornisce un pretesto per infiltrarsi in una serie di luoghi ipersorvegliati, ponendo al centro dell'attenzione l'affronto all'onore di Corvo Attano, accusato di aver assassinato l'Imperatrice della città fittizia di Dunwall. Peccato si snodi in maniera a tratti troppo lineare, basandosi per la maggior parte del tempo su una semplice serie di omicidi, commissionati da un gruppo di ribelli che per ribellarsi non fa proprio un tubo, se non far fare tutto a Corvo.

E neanche di ripiegare sulle milf
Di Dishonored, va detto, non salvo però la scelta della prima persona. Un po' perché mi sono sempre trovato male a maneggiare una spada con visuale alla FPS, un po' perché alcuni spostamenti (come ad esempio camminare sulle travi) risultano difficoltosi dal fatto che... non si vedono i piedi. Apprezzo anche il voler dare spessore alla storia inserendo una serie di documenti da leggere, ma dopo un po' diventano davvero troppo frequenti e si finisce per leggere solo quelli importanti per salvare la vita al ritmo di gioco (tra l'altro sono scritti con un font che si legge a fatica, oppure sono io che sono cieco).


I difetti vengono comunque oscurati dalla cura e dalla passione infusa dagli sviluppatori, che hanno confezionato un'avventura tra le migliori del 2012.

VOTO: 9

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