martedì 11 marzo 2014

Romanzo Criminale, la serie 2 [SPOILER]

Che in realtà ho finito di vedere settimane fa, ma per un motivo o per l'altro non ne avevo mai parlato. Il commento a The Walking Dead salta per ovvi motivi (leggi: non è successo un cazzo).
Segue un discorso su una serie molto (ma MOLTO) più interessante, con tanti SPOILER, soprattutto sul cliffhangerissimo finale della prima stagione.



Insomma, dopo l'ascesa, la caduta.
Nella seconda stagione di Romanzo Criminale succede, principalmente, quello che chi è avvezzo a questo genere di narrativa alla Scarface si aspetta. Il punto, cari miei, è che succede ma è girato e recitato benissimo. Non mancherò mai di elogiare la bravura di questi (italianissimi) attori, principalmente i due capi-banda rimasti dopo la tragica morte del Libanese (che tra l'altro era il mio preferito): Vinicio Marchioni (Freddo) e Alessandro Roja (Dandi). Se la banda della Magliana non regge con la morte del capo (Francesco Montanari), il cast, invece, ce la fa benissimo fino alla fine. 
"Libbano" non manca di fare qualche comparsata per flashback o scene in cui i superstiti lo immaginano davanti a loro ("Mo' che sei fermo che vedi?"), ma la sua assenza non pesa.


E se non pesa non è solo grazie alla bravura di Marchioni e Roja, ma anche a quella di tutto il resto del cast: ogni personaggio è interpretato splendidamente.
Ma che tono ha questa seconda serie? 
Malinconico, terribilmente malinconico. Dalla morte del Libanese è un susseguirsi di faide interne e esterne, morti (inevitabili) e tradimenti, fino all'inevitabile doppia uccisione dell'ultimo episodio. Memorabile il Dandi che si ferma ad ammirare una poltrona che ricorda chiaramente un trono.


La fine di un sogno di grandezza, di fama e di gloria di un gruppo di ragazzi che però, attenzione, erano tutt'altro che brave persone. E qui ti rendi conto che per 22 episodi ti sei schierato con una banda realmente esistita che ha mietuto vere vittime. È giusto? 
Più che giusto, io direi inevitabile. Perché quando la regia riesce a donare così tanta profondità e poeticità alle avventure di un gruppo di criminali, che siano (appunto) criminali non ti importa più. Anche perché, diciamolo, venticinque anni fa non c'era in sottofondo il Repertorio Machiavelli mentre la Banda uccideva al gente.


E quindi?
E quindi miglior serie italiana. 
Una delle migliori serie di SEMPRE, che a parer mio può tranquillamente reggere il confronto con (udite udite) Breaking Bad. L'ho detto.

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