venerdì 14 giugno 2013

Nello spazio, nessuno può sentirti esultare

Nessuno può sentirti esultare, nessuno può sapere la gioia che si prova giocando Dead Space, quella meraviglia dell'horror sai-fai, in cui, per la prima volta dopo diversi anni di """survival horror""", si fa fatica a sopravvivere. Eh sì perché c'è 'sto problema che nel vuoto le onde sonore non si propagano (e io lo so perché ho studiato, gnè gnè) e quindi l'erezione post-Dead Space te la devi tenere per te. Ma questa forse è una fortuna.



Leviamoci subito un sassolino dalla scarpa: Dead Space costa 10 euro nuovo al Gamestop, NON Platinum. Se lo trovate e non l'avete, compratelo. Specialmente se, come me, vi siete messi a piangere dopo aver provato la demo di Resident Evil 6, ma non perché vi ha fatto paura. Se avete problemi di cuore, però, evitate, ché non vorrei avervi sulla coscienza.
Lasciamo da parte le premesse e partiamo subito con una dettagliatissima sintesi della trama: sulla nave spaziale USG Ishimura è successo un casino. Vai a vedere cosa è successo. Sono morti tutti. Attiva congegni e sopravvivi. Fine.
Insomma, niente che non si sia già visto in un film di fantascienza (Alien? Alien), eppure Dead Space riesce, almeno nelle prime fasi, a spaventare. Con i suoi necromorfi che spuntano dalle fottute pareti, con le scene inquietanti condite con sangue e organi interni, con il fatto che le munizioni siano la cosa più preziosa che hai.


Bisogna dire che, finalmente, gli sviluppatori abbiano capito cosa serve, in questa generazione, per spaventare il giocatore. Al giorno d'oggi, è moooooolto difficile fare paura con i "boo" (in giochi che durino più di un'ora, si intende) o con mostri dal design particolarmente inquietante. Questo perché il videogiocatore/spettatore medio ha sostituito la ghiandola della soggezione con quella dell'arroganza (la ghiandola dell'arroganza ha compensato l'assenza di altre capacità intellettive ultimamente, ma lasciamo perdere) e non si lascia spaventare più da niente. Per questo, per farlo cagare sotto, bisogna metterlo in una situazione di merda: dargli quante meno munizioni possibili e mandarlo a zonzo in cunicoli stretti, bui e grondanti di necromorfi.
Aggiungi un design particolarmente ispirato dei nemici, i loro movimenti imprevedibili e che li rendono difficili da colpire, un'eccezionale cura delle luci e una sapiente distribuzione delle munizioni e il giocatore si troverà a pregare che dietro l'angolo ci sia un negozio e non un necromorfo. Poi, nella maggior parte dei casi, ce n'è un'orda, ma Dead Space è bello proprio per questo.


Se vi fate coraggio e settate la difficoltà su Difficile, avrete un survival horror di tutto rispetto. Per circa 12-13 ore vi ritroverete a studiare i modi migliori per uccidere questa o quella specie di alieno sparando il meno possibile, a ispezionare ogni anfratto della Ishimura alla ricerca di QUALSIASI COSA, perché qualsiasi cosa può essere utile per uscire da quella merda e quando, finalmente, ne vieni fuori, sei soddisfatto come Gesù quando ha visto la faccia degli apostoli tre giorni dopo la sua morte. 

Non fatevi ingannare, prendere a mazzate gli infetti non serve a una minchia.

Lati negativi? Diciamo che, dopo un po' di capitoli, diciamo verso l'8-9, uno si abitua un po' a tutto e non si spaventa più (e questo pesa abbastanza sul voto). Per fortuna subito dopo arriva un'orda che ti fa sudare freddo, ma si perde un po' quell'appeal che rende il tutto più inquietante. La trama, inoltre, narrata tramite conversazioni con i compagni, è un po' confusa, soprattutto perché non  si capisce bene chi sia chi, grazie anche alla caratterizzazione di 'stocazzo. Ma ovviamente non è sulla trama che Dead Space punta, e potete stare certi che, giocandolo, avrete un'avventura inquietante, impegnativa, ma soprattutto appagante.
Appagante.

VOTO: 8.7

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