giovedì 6 settembre 2012

La prima storica volta in cui mangiai cibo cino-giapponese (ovvero ieri)

Sono tornato a casa da una gita al fiume. In bicicletta. Pioveva. Pioveva tanto. 
Mentre pedalavo come mai avevo fatto nella mia vita, come se stessi scappando da uno stormo di locuste, oltre a esclamazioni particolarmente colorite che in onore del buon gusto di questo blog non riporterò, non riuscivo a non pensare che il sushi in fondo non è poi così male.
FLASHBACK



Sì lo so, tiratemi i pomodori, ma io non avevo assaggiato niente che non fosse strettamente italiano fino a ieri, quando insieme al solito duo di stronzi (Dankor e Erree Manga) sono partito per un viaggio alla scoperta della gastronomia cino-giapponese nei pressi di un nuovo ristorante aperto vicino a casa. Il ristorante offre anche cibo italiano, quindi nel dubbio avrei potuto ripiegare sulla pizza.
Dunque, entro nel ristorante e immediatamente comincio a ricevere segnali da ogni organo di senso: perché i giapponesi ti offrono tutto, e subito. 
Ecco dunque che all'ingresso, dietro il bancone trovo nientemeno che LO STAFF DEL RISTORANTE al completo per darmi il benvenuto, in un crescendo di "buongiolno" che, sentito dire alle 9 di sera, ti fa pensare a quanto gli asiatici tengano al fuso orario.
Contemporaneamente, le mie narici si riempiono dell'odore di quella salsetta che in pratica devi mettere su TUTTO, altrimenti il sushi non è buono.


Contemporaneamente, nelle mie orecchie comincia a insinuarsi violentemente una POTENTE canzone hardcore giapponese, manco fossimo in discoteca. L'hardcore giapponese evidentemente va di moda nei ristoranti.

Dunque, prendiamo un tavolo e ci vengono spiegate le regole: 15 euro all'ingresso, possiamo prendere tutto ciò che vogliamo dal buffet, più una bibita in formato mini, non sia mai che avanzi. E a proposito: se solo ci azzardiamo a lasciare qualcosa di non mangiato sul piatto, ci aspetta una MULTA che va dai 5 ai 25 euro.
E niente pane! Soltanto riso... il pane è proibito!

Battute a parte, questa storia delle multe dimostra che conoscono fin troppo bene noi italiani, in particolare la nostra abitudine del "prendere a chili, tanto non i sono limiti" per poi lasciare tutto sul piatto.
Insomma, in Cina/Giappone sono tutti molto rigidi sulle regole, e specialmente sulle punizioni per chi le infrange. Quando ho detto alla cameriera che Enrico (che non era ancora arrivato) sarebbe stato lì a minuti, ho visto dipingersi sul suo volto un'espressione terrorizzata, che sembrava volesse dire "Sarò licenziata per questo".

Veniamo al punto della questione: il cibo.
Per un motivo ero lì: per il sushi, questo sconosciuto.
Domanda di rito: "Scusa Daniele, ma il nero si mangia?"
"Certo" mi ha risposto, inzuppando quella misteriosa mistura di riso e pesce crudo nell'onnipresente salsa e ingoiandolo con gusto. Sarà, ma a me quella salsa non è piaciuta per niente. Troppo invadente, dopo averla provata TUTTO ciò che ho mangiato in seguito aveva quel retrogusto familiare.
Perché io, insomma, il sushi lo preferisco AL NATURALE.
La versione "lite" del sushi nella foto qui sopra, ovvero senza involucro nero, ha vinto il premio come miglior sushi della serata. Sarà che quegli involucri neri mi ricordavano vagamente dei sacchi dell'immondizia.

Dunque, dopo il sushi, ho mangiato una... ehm... non lo so. So solo che era bianco, tondo, soffice e dolce. Se qualcuno riconosce qualcosa in questa descrizione, lo prego di contattarmi, perché mi piacerebbe sapere per lo meno cosa mangio.
Poi gamberetti fritti, granchi fritti, molta roba fritta, sembrava quasi di essere in un fastfood americano.
Ma a questa allegra scampagnata, un finale AGGHIACCIANTE.

Visto che il ristorante è alla fine anche italiano, tanto vale farsi una grigliatina, ci siamo detti, e ognuno ha preso un po' di carne (non troppa che dopo tutto quel pesce crudo non è che ti resti molto spazio).
Ebbene, non c'era niente di male nella carne in sé, eccetto per quel misterioso fatto che, insomma, il wurstel sapeva di sushi.
Ciò mi ha fatto riflettere su quanto siano ingannevoli le sensazioni che proviamo nella nostra vita.

Ah, il cameriere era identico a Hideo Kojima. 



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