sabato 21 dicembre 2013

rain, scritto così, con la R minuscola

Due parole veloci sull'altrettanto veloce rain, gioco indie uscito da poco sul PS Store che si lascia divorare in tre orette scarse, non senza un certo piacere comunque.




È bello che ci siano sviluppatori che si concentrino su giochi come rain. Ogni tanto, è bene staccarsi dalle mega-produzioni del grande mercato per rilassarsi, una sera di pioggia (non a caso) godersi un racconto fiabesco sulle piacevoli note di un pianoforte.


Da questo punto di vista (atmosfera, tono onirico/fiabesco, musica), rain è promosso a pieni voti. La storia, per quanto lineare, cattura e appassiona, invogliando a proseguire sino alla fine. Azzeccatissima l'idea di utilizzare un protagonista invisibile che è possibile distinguere solo sotto la pioggia, quando l'acqua delinea la sua sagoma. 
Riuscitissimo anche il nemico principale, l'Oscuro, inquietantissimo pur essendo invisibile esattamente come il bambino che si impersona, nonché protagonista delle sequenze migliori del gioco, nelle quali bisogna proprio fuggire da lui.


Dal punto di vista del gameplay, invece, rain si presenta come una sorta di Ico sotto la pioggia, alternando fasi stealth in cui sfruttare i tetti per diventare invisibili agli occhi dei nemici e fasi puramente in stile Ico del tipo "Ti faccio salire là e tu mi butti giù la scala qua".
Il tutto, purtroppo, si rivela eccessivamente semplice e appare solo come un espediente per allungare la distanza tra uno snodo narrativo e l'altro. 
Eppure le idee non mancano, sarebbe stato bello, ad esempio, vedere qualche intricato enigma ambientale da risolvere combinando tetti e pozzanghere di fango (che rendono visibili anche se al riparo dalla pioggia).


L'acquisto, comunque, è consigliato, perché è pur sempre un'avventura poetica come se ne vedono poche in circolazione. Un consiglio: nella prima run, non perdete tempo a cercare i collezionabili e godetevi la storia. I collezionabili, infatti, vengono sbloccati solo a partire dalla seconda run.

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