lunedì 18 novembre 2013

La dura vita del pendolare

Sveglia alle 6:15.
Uno dei due fratellini laggiù è già girato. All'altro ci penserà tutto il resto.
La colazione, per il motivo sopra citato, ha un particolare retrogusto di vaffanculo.
Esci di casa alle 6:50 per arrivare in stazione alle 7.
Siccome la vita ha voluto che abitassi fuori città, devi prendere due treni: uno per Bergamo e uno per Milano.
Arrivi alla prima stazione e scopri che il treno, il tuo treno, farà un ritardo di 30 minuti.

Sospiri.


Quando un treno è in ritardo, è interessante (ma anche deprimente) osservare come il problema si diffonda a macchia d'olio in tutti gli altri. Come un'epidemia zombie. Un treno è in ritardo di mezz'ora, quindi l'altro deve stare fermo per 35 minuti perché se no si scontrano (?), mentre quello successivo, che condivide il binario con quello che per primo era in ritardo, ovviamente non lo può scavalcare e arriverà per 40 minuti dopo.
Tutto questo perché magari un macchinista ha lasciato il freno a mano inserito.

Oggi hai solo due ore di università, un po' ci pensi, ma chi te lo fa fare di andare per due ore.
Ma c'è matematica, devi andare. 
Un patto con te stesso: se arrivi a Bergamo e non riesci a prendere il treno per Milano, te ne vai a casa senza sprecarti ad aspettare quello successivo, che tanto se arrivi che la lezione è già iniziata da mezz'ora è la fine.
Comincia quindi la battaglia interiore: il te dal karma positivo spera di riuscire ad arrivare a Milano in tempo, per avere la coscienza pulita. D'altro canto, il te dal karma negativo spera che il treno per Bergamo non arrivi mai, che ti dia l'opportunità di tornare a casa a fare esercizi di architettura degli elaboratori, laddove per "esercizi" si intende giocare a DmC.

Ovviamente il bene vince sempre e per un minuto riesci a prendere il treno per Milano. E a quel punto, solo a quel punto capisci che il te dal karma positivo era solo frutto della tua immaginazione, un'immagine virtuale creata dal te dal karma negativo per pulirsi la coscienza.

E, da che mondo è mondo, la vita dei buoni è più dura. Perché il treno è sovraffollato e tu sei costretto a startene in piedi per un'ora in un vagone che sembra uscito direttamente dall'inferno, da quanto fa caldo.

E mentre comincia a insinuarsi in te l'odio per la vita, cerchi la salvezza nelle tue amate cuffie e nella tua amata musica, compagna di questi lunghi viaggi.
Salvezza che non trovi, perché ieri hai fatto un casino con iTunes, non te ne sei accorto e ti ritrovi con la libreria totalmente cancellata. 

Sospiri.

Dopo un'ora passata ad ascoltare i cazzi degli altri passeggeri, scendi verso quella freschezza che solo il clima milanese ti sa dare, prima che la folla di pendolari ti travolga per andare verso la metro/il filobus/il tram/la bicicletta legata il giorno prima fuori dalla stazione che hai voglia a ritrovarla.
20 minuti a piedi e finalmente ti siedi tra i banchi della Statale.

Dopo un'ora e mezza sei già fuori, diretto verso casa.
Magari ti consolerai comprando il numero 13 di The Walking Dead, che aspetti con trepidazione.
Ma l'edicola non ce l'ha.

Sospiri.

E sapete qual è la cosa peggiore?
Che oltretutto è solo lunedì.

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