Piattaforme: Nintendo 3DS
Genere: Jrpg
Sviluppatore: Square Enix
Data di uscita: 6 dicembre 2013
Versione giocata: Nintendo 3DS
Parliamoci chiaro: i Jrpg con l’avvento di ps3/xbox360 hanno
cominciato ad avere una sorta di crisi nel mercato occidentale, soprattutto se
tra i loro punti di forza c’è l’ormai saturo combattimento a turni. Con la
massificazione del media videoludico e le tecnologie sempre migliori per
ottenere determinati obiettivi, gli interessi delle Software House sono andati
verso il guadagno facile, ovvero verso il genere che più attira le masse:
l’action in tempo reale. Eravamo convinti che i Jrpg a turni fossero ormai estinti, poi, per fortuna incappammo in Bravely Default
rendendoci conto di come un genere saturo e con poco margine di
miglioramento, con il giusto lavoro, può ancora avere successo come in passato.
What’s your job?
Bravely Default è un rivisitazione di meccaniche ormai
appartenenti al passato, arricchite con qualche piccolo accorgimento che ne
affina sapientemente la formula.
Ritorna il Job system, già visto in passato nel terzo e nel
quinto capitolo della saga di Final Fantasy, nel quale i nostri quattro eroi
non sono specializzati come nella maggior parte dei Jrpg a turni (sebbene ci
siano delle leggere differenze tra di loro), ma saremo noi a decidere il ruolo
che avranno in combattimento, selezionando una tra le ventitré classi
sbloccabili nel corso dell’avventura. Nonostante l’elevata quantità di classi, con
le loro forze e debolezze, sono tutte variegate tra loro, nessuna si ripete o
risulta inutile, regalando al gioco già un certo spessore ulteriormente marcato
da un sistema di crescita dedicato esclusivamente ad essi. Alla fine di ogni
combattimento, oltre all’ esperienza e ai gald, otterremo dei punti classe
necessari per scalare i 14 livelli del job primario (si, perché avrete anche
una classe secondaria) sbloccando in questo modo abilità attive e passive, le
prime legate alle due classi scelte, le seconde selezionabili a numero limitato
e mixabili con quelle di altre classi.
Inutile dire che i jobs concedono al giocatore una libertà
di scelta incredibile: volete un mago nero che può lanciare la magia bianca e
sa usare una spada? Potete averlo. Oppure preferite un cavaliere con dei valori
di difesa tali da essere una fortezza vivente? Niente paura, potrete crearne di
tutti i gusti.
Ti spiezzo in due
Dopo aver personalizzato la nostra squadra è il momento di
entrare nel vivo dell’azione. Anche qui si respira aria nostalgica in quanto i
combattimenti si svolgono a turni. La vera novità consiste nel sistema Brave e
Default, da cui il gioco prende il nome. Questa meccanica consente di
svolgere più azioni in un singolo turno (brave) al prezzo un 1 PB per ognuna di
esse. I PB sono accumulabili semplicemente mettendosi in Default, ovvero, in posizione
difensiva. Oltre a svecchiare in maniera intelligente un gameplay apparentemente
senza margine di evoluzione, il Brave/Default riesce ad aggiungere ulteriore
tatticismo ad un sistema già complesso e profondo.
Interessante inoltre l’aggiunta fuori dal combattimento
della ricostruzione della città di Norende, necessaria per ottenere equipaggiamento
e mosse speciali, ma per evitare di dirvi proprio tutto dell’immenso lavoro che
la Square Enix è riuscita a svolgere, non approfondiremo la questione, sappiate
tuttavia che è una cosa gradita.
Dejà vu
La trama è tra le più stereotipate e abusate tra i titoli
del sol levante. L’ intero gioco è ambientato in un mondo dove tutto gira
attorno al cristallismo, una fede inventata per l’occasione. Le forze delle
tenebre sono riuscite ad impadronirsi dei quattro cristalli, portando in questo
modo diversi disordini naturali nel pianeta. La vestale del vento, con l’aiuto
di tre compagni, dovrà risvegliare i cristalli, ponendo fine ai disastri
causati dall’avanzata dell’oscurità.
Nonostante la poca originalità, la trama funziona bene in
quanto ben supportata da una narrativa che riesce a mantenere alto l’interesse
del giocatore, anche se i cliché si sprecano.
La trama insomma, non si può
considerare un elemento che intacca la qualità della produzione, ma non si può
dire lo stesso del level design. Per raggiungere le 100 ore di gioco (se si
svolgono tutte le sub-quest) gli sviluppatori hanno deciso di aggiungere
quattro capitoli che non sono altro che un loop dei primi (per la cronaca i
capitoli sono otto). L’ unica differenza tra la prima e seconda metà insomma,
sono la forza sempre crescente di boss già visti in precedenza, persino i
dungeon sono identici e senza nuovi elementi, a meno che non si vogliano
considerare gli incontri con mostri sempre più buffati…
Per dovere di cronaca, dobbiamo anche segnalare la presenza
di microtransazioni in forma di pozioni che permettono di agire anche quando
non si dovrebbe, ma ve ne dimenticherete presto in quanto non ne avrete bisogno
per tutta la run (da solo fastidio il gesto).
Tirando le somme
Square Enix è riuscita a riportare in tutto il suo splendore un tipo di
gameplay ormai appartenente al passato e solo questo basta a rendere Bravely Default un acquisto valido per chiunque sia in possesso della console
portatile Nintendo. Fa arrabbiare però che un titolo così immenso e fatto con
cura si perda proprio nella gestione dei livelli, dove i capitoli della seconda
metà non sono altro che un copia/incolla dei primi 4. Avremmo certamente gradito qualche capitolo in meno, ma fatto come
si deve.
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Pregi:
Immenso
Gameplay evolto sapientemente
Trama tutto sommato interessante…
Difetti:
… Anche se un po’ banale
Troppi cliché
Seconda metà ripetitiva
Voto: 8,0
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