venerdì 19 settembre 2014

Bravely Default... A chi tocca?



Piattaforme: Nintendo 3DS

Genere: Jrpg

Sviluppatore: Square Enix

Data di uscita: 6 dicembre 2013

Versione giocata: Nintendo 3DS





Parliamoci chiaro: i Jrpg con l’avvento di ps3/xbox360 hanno cominciato ad avere una sorta di crisi nel mercato occidentale, soprattutto se tra i loro punti di forza c’è l’ormai saturo combattimento a turni. Con la massificazione del media videoludico e le tecnologie sempre migliori per ottenere determinati obiettivi, gli interessi delle Software House sono andati verso il guadagno facile, ovvero verso il genere che più attira le masse: l’action in tempo reale. Eravamo convinti che i Jrpg a turni fossero ormai estinti, poi, per fortuna incappammo in Bravely Default rendendoci conto di come un genere saturo e con poco margine di miglioramento, con il giusto lavoro, può ancora avere successo come in passato.



What’s your job?
Bravely Default è un rivisitazione di meccaniche ormai appartenenti al passato, arricchite con qualche piccolo accorgimento che ne affina sapientemente la formula.
Ritorna il Job system, già visto in passato nel terzo e nel quinto capitolo della saga di Final Fantasy, nel quale i nostri quattro eroi non sono specializzati come nella maggior parte dei Jrpg a turni (sebbene ci siano delle leggere differenze tra di loro), ma saremo noi a decidere il ruolo che avranno in combattimento, selezionando una tra le ventitré classi sbloccabili nel corso dell’avventura. Nonostante l’elevata quantità di classi, con le loro forze e debolezze, sono tutte variegate tra loro, nessuna si ripete o risulta inutile, regalando al gioco già un certo spessore ulteriormente marcato da un sistema di crescita dedicato esclusivamente ad essi. Alla fine di ogni combattimento, oltre all’ esperienza e ai gald, otterremo dei punti classe necessari per scalare i 14 livelli del job primario (si, perché avrete anche una classe secondaria) sbloccando in questo modo abilità attive e passive, le prime legate alle due classi scelte, le seconde selezionabili a numero limitato e mixabili con quelle di altre classi.
Inutile dire che i jobs concedono al giocatore una libertà di scelta incredibile: volete un mago nero che può lanciare la magia bianca e sa usare una spada? Potete averlo. Oppure preferite un cavaliere con dei valori di difesa tali da essere una fortezza vivente? Niente paura, potrete crearne di tutti i gusti.



Ti spiezzo in due
Dopo aver personalizzato la nostra squadra è il momento di entrare nel vivo dell’azione. Anche qui si respira aria nostalgica in quanto i combattimenti si svolgono a turni. La vera novità consiste nel sistema Brave e Default, da cui il gioco prende il nome. Questa meccanica consente di svolgere più azioni in un singolo turno (brave) al prezzo un 1 PB per ognuna di esse. I PB sono accumulabili semplicemente mettendosi in Default, ovvero, in posizione difensiva. Oltre a svecchiare in maniera intelligente un gameplay apparentemente senza margine di evoluzione, il Brave/Default riesce ad aggiungere ulteriore tatticismo ad un sistema già complesso e profondo.
Interessante inoltre l’aggiunta fuori dal combattimento della ricostruzione della città di Norende, necessaria per ottenere equipaggiamento e mosse speciali, ma per evitare di dirvi proprio tutto dell’immenso lavoro che la Square Enix è riuscita a svolgere, non approfondiremo la questione, sappiate tuttavia che è una cosa gradita.

Dejà vu
La trama è tra le più stereotipate e abusate tra i titoli del sol levante. L’ intero gioco è ambientato in un mondo dove tutto gira attorno al cristallismo, una fede inventata per l’occasione. Le forze delle tenebre sono riuscite ad impadronirsi dei quattro cristalli, portando in questo modo diversi disordini naturali nel pianeta. La vestale del vento, con l’aiuto di tre compagni, dovrà risvegliare i cristalli, ponendo fine ai disastri causati dall’avanzata dell’oscurità.
Nonostante la poca originalità, la trama funziona bene in quanto ben supportata da una narrativa che riesce a mantenere alto l’interesse del giocatore, anche se i cliché si sprecano.



La trama insomma, non si può considerare un elemento che intacca la qualità della produzione, ma non si può dire lo stesso del level design. Per raggiungere le 100 ore di gioco (se si svolgono tutte le sub-quest) gli sviluppatori hanno deciso di aggiungere quattro capitoli che non sono altro che un loop dei primi (per la cronaca i capitoli sono otto). L’ unica differenza tra la prima e seconda metà insomma, sono la forza sempre crescente di boss già visti in precedenza, persino i dungeon sono identici e senza nuovi elementi, a meno che non si vogliano considerare gli incontri con mostri sempre più buffati…
Per dovere di cronaca, dobbiamo anche segnalare la presenza di microtransazioni in forma di pozioni che permettono di agire anche quando non si dovrebbe, ma ve ne dimenticherete presto in quanto non ne avrete bisogno per tutta la run (da solo fastidio il gesto).

Tirando le somme
Square Enix è riuscita a riportare in tutto il suo splendore un tipo di gameplay ormai appartenente al passato e solo questo basta a rendere Bravely Default un acquisto valido per chiunque sia in possesso della console portatile Nintendo. Fa arrabbiare però che un titolo così immenso e fatto con cura si perda proprio nella gestione dei livelli, dove i capitoli della seconda metà non sono altro che un copia/incolla dei primi 4. Avremmo certamente gradito qualche capitolo in meno, ma fatto come si deve.

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Pregi:

Immenso
Gameplay evolto sapientemente
Trama tutto sommato interessante…

Difetti:

… Anche se un po’ banale
Troppi cliché
Seconda metà ripetitiva



Voto: 8,0 

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