E così ci siamo. Ne sta parlando mezzo mondo ormai, pure Zach Braff su Twitter si è messo a trollare facendo spoiler falsi (e facendomi venire un bello spavento, perché Breaking Bad è l'unica serie che sono riuscito a seguire senza incappare in qualche spoiler), ieri è finito Breaking Bad, una delle mie serie preferite di sempre, anzi forse la mia preferita. Dunque parliamone.
Di Breaking Bad la cosa che mi ha sempre colpito di più, oltre alla recitazione di Cranston su cui tutti continuamente rompono i coglioni - che per carità, è bravissimo, ma c'è anche altro - è il fatto che la trama, la sceneggiatura, il plot per così dire, sia perfettamente coerente, credibile e pulito. Niente è lasciato al caso e tutto fluisce negli episodi finali, come il fatto che Walter non avesse impedito la morte di Jane quando poteva, cosa che, ammetto, mi ero dimenticato.
Ma lui no, Walt non dimentica e Jessie tanto meno.
Walter White è il sogno segreto di tutti noi. Tutti noi vorremmo, una volta tanto, rompere con tutto ciò che eravamo prima, diventare degli stronzi colossali e costruire un nostro personale impero di atti illeciti, basato sulla paura e sulla violenza. E per farlo, a lui basta un motivo tanto efficace quanto (apparentemente a livello di sceneggiatura) banale: il cancro. Solo che in genere la gente, quando si ammala di cancro, di solito passa gli ultimi giorni divertendosi (dopo aver affrontato la cosa con tutto il dolore che ne consegue, ovvio) e facendo tutto ciò che ha sempre desiderato fare. Ma Walter realizza che tutto ciò che vuole è sfogare la sua rabbia. Rabbia verso il suo ex collega che ora è ricchissimo grazie alle sue idee, rabbia verso ciò che è diventato, verso la vita che fa, monotona e frustante, a cui è arrivato attraverso l'onestà.
Ed è proprio l'onestà che Heisenberg rifiuta: Heisenberg non guarda in faccia a nessuno, lui vuole semplicemente ottenere ciò che vuole nel più proficuo modo possibile, unico limite autoimposto è la famiglia, a cui non può far male. E si scopre che la famiglia era solo un confine che lui stesso si era creato per contenersi proprio nell'ultimo episodio, quando, nell'ultimo dialogo con Skyler (carichissimo di tensione), finalmente confessa quello che in realtà sapevamo tutti: "I did it for me". L'unico a non esserne consapevole è sempre stato lui, perso nel suo delirio di onnipotenza romanticizzato dal proposito di farlo "per la famiglia".
Delirio che raggiunge il culmine negli episodi subito precedenti a quello dell' "inizio della fine" (5x08), quando si permetteva di non ascoltare i neo-nazisti mentre gli esponevano il loro piano.
Delirio che raggiunge invece la caduta nell'episodio "Granite State", in quella volutamente patetica scena della tentata minaccia a Saul Goodman, caduta metaforizzata ad arte dal bellissimo componimento "Ozymandias" di Shelley.
Jesse Pinkman invece chi è? Pinkman siamo noi. Siamo quelli che vedono in Walter White la possibilità di realizzare finalmente quel segreto sogno di onnipotenza, di cui ci vergognamo ma di cui non possiamo fare a meno. La differenza è che, come noi, Pinkman non si rende conto di quanto sia pericoloso per gli altri e per noi stessi quello stile di vita.
Pinkman è cattivo esattamente quanto White, ma non ha il coraggio di prendersi la responsabilità per le proprie azioni. Sa che ha fatto cose orribili, ma ancora spera di ottenere il perdono, e sono convinto che il restare a cucinare metanfetamine per Meth Damon sia vincolato anche da una sorta di necessità di espiare i suoi peccati, e non solo dal desiderio di proteggere il piccolo Brock. Jessie sa di meritare tutte le brutte cose che gli succedono da quando incontra Mister White e, finalmente, alla fine ottiene questa sorta di "redenzione". Il rifiutarsi di uccidere Heisenberg, lasciandolo morire dove era nato (in laboratorio), rappresenta per lui finalmente una rinascita, ed è quasi palpabile la gioia che esprime il bravissimo Aaron Paul (al pari di Cranston per quanto mi riguarda) mentre corre in macchina probabilmente verso Brock.
Se mi metto a parlare degli altri personaggi facciamo notte. Dirò semplicemente che sono tutti umanissimi e necessari (sì, perfino RJ Mite che fa colazione per tre quarti delle scene in cui appare), interpretati magistralmente. Il mio preferito, tra i personaggi secondari, è sicuramente Mike, l'unico, tra l'altro, a ricevere una morte poetica dallo stesso Walt, quasi a mostrare come sia forse l'unica persona degna del rispetto di Heisenberg.
Personalmente ho adorato la quarta stagione, caratterizzata dallo "scontro" Heisenberg - Fring. Il proprietario della catena Los Pollos Hermanos è di una compostezza impressionante, che contrasta alla grande con la sua cattiveria, che altro non è che un nuovo traguardo che Heisenberg si pone di raggiungere. Ucciso Fring (con un assassinio orchestrato ad arte e con una scena di morte del personaggio tra le più epiche della storia), Walter diventa egli stesso Fring, e ovviamente non si accontenta di rimanere lì.
Ma tutto quel gioco di sguardi, di dubbi, di momenti di tensione (memorabile la scena in cui Walt mette una bomba sotto la macchina di Fring e aspetta che entri senza successo), rappresenta il "combattimento mentale" più bello che abbia mai visto, emozionante come pochi. Per questo eleggo la quarta stagione a mia preferita.
I brividi ogni volta che rivedo questa scena |
Breaking Bad mi mancherà parecchio, solo la maestosità recitativa di Hugh Laurie in Dr House aveva saputo emozionarmi così tanto, con l'unica differenza che spesso le parti di pura medicina mi risultavano pesanti e volevo concentrarmi di più sulle vite private dei personaggi. La storia di Mister White invece non scivola mai, sa sempre cosa mostrarti e quando mostrartelo e, cavolo, sa sempre il modo migliore per farlo. Consigliata a tutti, anche solo perché, alla fine, racconta una storia in cui tutti possono identificarsi. Perché il male è dentro ognuno di noi, non possiamo negarlo, e Breaking Bad ce lo ha mostrato.
PS: A ottobre ricomincia The Walking Dead. Ora che seguo il fumetto ci sarà da divertirsi.
PS: A ottobre ricomincia The Walking Dead. Ora che seguo il fumetto ci sarà da divertirsi.
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